Ieri ci ha lasciato in circostanze misteriose un gigante della cinematografia mondiale.
Era solito dire di essere stato formato per essere un attore e non una star, infatti custodì sempre gelosamente la propria vita privata e nel 2008 lasciò il palcoscenico con discrezione, certo di aver lasciato una impronta indelebile nel mondo del cinema.
Passava dal più buono dei buoni al più cattivo dei cattivi con una naturalezza unica. Estremamente espressivo, autentico, sempre credibile. E’ stato un attore straordinario, sicuramente il più bravo della sua generazione, di una bravura talmente alta da non essere spesso notata, perché questo fanno i grandi attori, non recitano, sono solamente il personaggio che interpretano.
Tuttavia persino l’Academy si è accorta di quanto lo fosse, bravo, e gli accordò due oscar su cinque candidature. Molti di più i Golden Globe vinti, quattro (di cui uno alla carriera) su nove candidature, ma si sa che i critici sono più attenti e non devono tenere conto dell’industria.
Difficile citare i suoi film migliori: è stato il poliziotto in bilico tra bene e male ne “Il braccio violento della legge”, il duro sceriffo ne “Gli spietati”, l’agente dell’FBI di “Mississippi Burning”, l’abile e spietato addomesticatore di giurati ne “La giuria”.
R.I.P. Gene.